Oggi, 5 Aprile, si festeggia San Vincenzo Ferrer, meglio noto come l’Angelo dell’Apocalisse, per il tono profetico e vigoroso delle sue prediche.
Nacque a Valencia, in Spagna, nel 1350 e a 17 anni vestì gli abiti di San Domenico. Durante la sua vita attraversò parte dell’Italia e quasi tutta la Francia, dove morì il 5 Aprile del 1419 nella cittadina di Vannes.
Egli visse durante gli anni più duri del Medioevo, quelli che videro attraversare il grande Scisma d’Occidente: predicava con forza per una riforma dei costumi della Chiesa, invitando i cristiani ad una vera e propria conversione, invocando una imminente e violenta catastrofe come fine del mondo.
Con lui nasce e si rafforza ancor di più la visione dell’Anticristo (che diventa il simbolo di tutto ciò che si oppone a Dio): questo faceva molta leva sui cristiani dell’epoca che, vivendo all’interno di una Chiesa spaccata a metà (era proprio quello il periodo in cui il “Papa di Roma” si opponeva al “Papa di Avignone“), erano disorientati da quanto stava accadendo.
Seppur fosse un sostenitore di Benedetto XIII (il Papa di Avignone), lasciò Avignone ed iniziò a condurre una segreta attività diplomatica per contribuire alla fine dello scisma, adoperandosi per il ritorno all’unità della Chiesa.
San Vincenzo Ferrer l’Angelo dell’Apocalisse
Partecipò al Concilio di Perpignano (che venne indetto a seguito del legittimo Concilio di Pisa) e chiese con forza la rinuncia al papato da parte di Benedetto XIII.
La sua predicazione itinerante era accompagnata da continui miracoli, attestati al suo processo di canonizzazione da numerosissimi testimoni.
Predicava solo in valenzano ma secondo le fonti veniva compreso da tutti, al di là della provenienza geografica: celebre il Prodigio di Genova, quando ciascuno dei presenti lo sentì parlare nella propria lingua.
Scriveranno i suoi agiografi: “Era un miracolo quando non faceva un miracolo” e forse non tutti sanno che resuscitò 28 persone!!!
E non solo…
“Avendogli il priore proibito di far miracoli, perché troppi ne faceva, Vincenzo cominciò a “contenersi“.
Un giorno passò da una via e vide un uomo che cadeva da una alta impalcatura… subito intercedette per lui e l’uomo fu fermato per aria…
Ma Vincenzo sapeva di non poter compiere miracoli così lo lasciò lì sospeso e con profonda umiltà andò a chiedere al Priore di poter intercedere affinché l’uomo fosse completamente salvo.
Giunto sul luogo, il priore incredulo, riconobbe la Santità di Vincenzo e gli consentì di salvare l’uomo.”
Un’altra volta invece
si recò da una donna che si lamentava del marito sempre così irascibile e di malumore da rendere insopportabile la convivenza.
Ella chiese a Vincenzo un consiglio per riportare la pace in famiglia.
“Và al convento”, disse il santo, “e dì al guardiano di darti un poco dell’acqua della fontana. Quando tuo marito tornerà a casa, prendine un sorso, però non inghiottirla, tienila in bocca e vedrai che miracoli farà!”.
La donna fece come il santo le aveva detto.
La sera, quando il marito tornò a casa, nervoso come al solito, la donna prese un sorso di quell’acqua miracolosa e serrò le labbra.
E veramente accadde il miracolo: dopo pochi minuti il marito si azzittì e, così, la tempesta in famiglia passò. Anche nei giorni successivi, la donna ricorse a questo rimedio e tutte le volte l’acqua provocò lo stesso effetto miracoloso. Il marito non era più di malumore, anzi, era tornato come una volta: le mormorava parole tenere e affettuose e la lodava per la sua pazienza e la sua dolcezza.
La donna era così felice di questo cambiamento del marito che corse dal santo per riferirgli del miracolo operato da quell’acqua speciale.
“Non è stata l’acqua della fontana a provocare questo miracolo””, disse san Vincenzo sorridendo, “ma soltanto il tuo silenzio. Prima le tue continue obiezioni facevano infuriare tuo marito; il tuo silenzio, invece, lo ha reso di nuovo tenero e affettuoso”.
Ancora oggi in Spagna esiste il modo di dire: “Bevi l’acqua di san Vincenzo!”.
Chissà che effetto farebbe se anche noi, ogni tanto, ne prendessimo qualche sorso!
In Italia è patrono di numerose città (quasi 50) ed è considerato come un Santo italiano a tutti gli effetti.
Facciamo gli Auguri di Buon Onomastico a chi porta il suo nome!
In foto la statua del Santo conservata a Melfi presso il Museo Diocesano
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