Oggi, 11 Novembre, è l’Estate di San Martino, Patrono di Melfi che col suo mantello difese la città.
San Martino di Tours è uno dei Santi più venerati in Occidente.
Nato da genitori pagani, fu Vescovo di Tours e condusse vita monastica in un cenobio da lui stesso fondato.
Secondo la tradizione, era l’inverno del 335, e faceva decisamente freddo:
Martino incontrò un mendicante seminudo e vedendolo sofferente, decise di tagliare in due parti il suo mantello militare e di condividerlo con lui.
Subito dopo, il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite.
La notte seguente vide in sogno Gesù rivestito della metà del suo mantello militare e sentì dire ai suoi angeli:
“Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato.
Egli mi ha vestito”.
Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro.
Il mantello miracoloso divenne come reliquia ed entrò a far parte della collezione dei re Merovingi dei Franchi.
Nel 339, all’età di 22 anni, dopo essere stato battezzato divenne un monaco.
Nel 361 fondò il suo primo monastero a Ligugé e nel 371 come vescovo di Tours ha dedicato la sua vita a predicare il Vangelo in Gallia.
Anche da vescovo ha continuato a vivere una semplice vita monastica: alcuni racconti testimoniano di miracoli e guarigioni legate alla sua attività.
È uno dei fondatori del monachesimo in Occidente e uno dei primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa.
Divenne il santo francese per eccellenza, modello per i cristiani amanti della perfezione.
Il suo culto si estese in tutta Europa e l’11 Novembre (sua festa liturgica) ricorda il giorno della sua sepoltura.
L’«apostolo delle Gallie», patrono dei sovrani di Francia, enormemente venerato dal popolo: in lui si associavano la generosità del cavaliere, la rinunzia ascetica e l’attività missionaria.
Quasi 500 paesi e 4000 parrocchie in territorio francese portano il suo nome.
I re merovingi e poi carolingi custodivano nel loro oratorio privato il mantello di san Martino, chiamato cappella.
Tale reliquia accompagnava i combattenti in guerra e in tempo di pace, sulla «cappa» di San Martino, si prestavano i giuramenti più solenni.
In molte regioni d’Italia, invece, l’11 Novembre è simbolicamente associato alla maturazione del vino nuovo (da qui il proverbio “A San Martino ogni mosto diventa vino”) ed è un’occasione di ritrovo e festeggiamenti nei quali si brinda, appunto, stappando il vino appena maturato e accompagnato da castagne o caldarroste.
Forse non tutti sanno che fino al 1620 la città di Melfi era protetta da ben 3 Santi diversi, tra i quali figura proprio il santo cavaliere:
- San Bartolomeo, a lui è affidata la conversione dei nuovi e feroci conquistatori delle terre meridionali, i Normanni, e qualche secolo dopo anche la protezione del Convento delle Clarisse. Era protettore e guaritore delle malattie della pelle, molto diffuse nel Medioevo.
- San Martino di Tours, il cui culto è l’espressione della religiosità delle genti franche, è diffuso nel Mezzogiorno dai Normanni prima e dagli Angioini dopo.
- San Tommaso d’Aquino, la cui devozione era viva nel paese sin dagli inizi del XIV secolo, lega il Santo alla grande presenza di strutture scolastiche.
I tre Santi con le loro ricorrenze – San Bartolomeo 24 Agosto, San Martino 11 Novembre e San Tommaso il 7 Marzo – coprivano l’arco temporale dell’intero anno.
San Martino Patrono di Melfi col suo mantello difendeva la città
Con le Chiese e le cappelle a loro dedicate, avvolgevano la città in un mantello spirituale di sicurezza e protezione.
Qualche anno fa, nel 2010, in Contrada Valchiera, sulla vecchia strada che dalla Porta Venosina conduce al cimitero, è stata rinvenuta anche la “Grotta di San Martino”.
All’interno figurava un trittico di circa 12 metri quadri rappresentante proprio San Martino con San Giorgio e il drago e la Madonna col bambino.
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