Le foto della Pentecoste di Melfi del 2019
Si è tenuta una settimana fa, la rievocazione storica de “La Pasqua di Sangue” e “Pentecoste” di Melfi del 2019.
L’8 e 9 Giugno la città federiciana ha rivissuto quanto accaduto nel lasso temporale di 50 giorni compresi tra il 22 Marzo e l’11 Maggio del 1528.
Da una parte i Francesi, di Francesco I di Valois, e dall’altra gli Spagnoli, di Carlo V, che combattevano una cruenta guerra lungo tutti i territori dell’Italia per il dominio del Ducato di Milano prima, e del Regno di Napoli dopo.
Era questo il tempo della Lega di Cognac e del Sacco di Roma, il tempo dell’Assedio di Melfi.
L’esercito francese, capitanato dal Maresciallo Odet De Foix (visconte di Lautrec), con l’ausilio delle Bande Nere, con a capo Orazio Baglioni, non vuole lasciarsi alle spalle una piazzaforte così importante come Melfi prima di dirigersi verso Napoli.
Affidate le operazioni a Pietro Navarro (condottiero spagnolo passato sotto vessillo francese), il 22 Marzo ha luogo l’attacco alla città da parte di un esercito composto da guasconi e mercenari (in prevalenza italiani).
La battaglia è breve ma cruenta e la resistenza dei melfitani è grandiosa seppur inutile.
A causa delle perdite inaspettatamente subite quella notte, i Francesi metteranno a ferro e fuoco la città.
Melfi dovette aspettare 50 giorni prima che l’esercito spagnolo le restituisse la libertà: era l’11 Maggio del 1528, giorno di Pentecoste.
Le foto della Pentecoste di Melfi del 2019
Da allora storia e leggenda, sacro e profano si intrecciano per ricordare quanto accaduto.
Dal coraggio del popolo melfitano nell’affrontare l’esercito francese, alla figura di Giovan Battista Cerone, realmente esistito e passato alla storia come Ronca Battista.
Secondo la leggenda, egli si imbatté in una vecchia dispersa nel bosco mentre raccoglieva della legna secca da dare ad un fornaio in cambio di pane.
Giovan Battista non solò le offrì del cibo ma le regalò anche il suo mantello.
Fu allora che la vecchia si tramutò in una fata e con un toccò benedì la roncola del boscaiolo, rendendola magica e potente.
A questo punto, il boscaiolo corse in città e da solo uccise circa 300 francesi prima di perire.
A Melfi i luoghi storici del massacro, ancora esistenti, sono i protagonisti indiscussi dell’evento che viene rievocato anno dopo anno.
Dalla Porta Venosina (con la “Presa delle Mura” e il sacrificio di Ronca Battista) al Castello.
Di seguito le foto della manifestazione di quest’anno
Un ringraziamento speciale alle associazioni
- Archibugieri Trombonieri Senatore;
- Archibugieri Santissimo Sacramento
- Bardulos Barletta
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