Mer. Nov 27th, 2024
Il Trattato di Melfi e il Concilio di Niccolò

Melfi: più di 960 anni fa la firma del Trattato che rese celebre la Città aprendo la strada al famoso Concilio!

Il Trattato di Melfi e il Concilio di Niccolò

Era il 24 Giugno dell’anno domini 1059 quando, in una calda e assolata città del meridione d’Italia, l’allora Papa, Niccolò II stipulò un importante accordo che cambiò le sorti della storia.

La città che sarebbe entrata di diritto a far parte della grande storia d’Italia era Melfi.

Ad attendere il Pontefice vi erano, da una parte, Roberto D’Altavilla (Contea di Puglia) e dall’altra Riccardo I d’Aversa, della casata dei Drengot Quarrel (Signore di Genzano).

L’accordo siglato invece é passato alla storia con il nome di Trattato di Melfi.

Il Trattato divenne operativo dal successivo Concordato del 23 Agosto dello stesso anno.

Fu un vero e proprio apripista per il successivo Concilio che si tenne proprio nella città di Melfi.

Con il trattato si costituirono due stati normanni completamente indipendenti.

Indipendenti ma legati direttamente alla Santa Sede.

Il Papa nominò Conte di Aversa Riccardo I (già Principe di Capua).

Il Trattato di Melfi e il Concilio di Niccolò

Riconobbe a Roberto il Guiscardo (che nel frattempo aveva dichiarato di essersi convertito al cristianesimo) l’elevamento della contea di Puglia a Ducato di Puglia e gli conferì il titolo di Duca di Puglia, Calabria e Sicilia.

Il Pontefice estese, così, il dominio feudale della Chiesa da Capua fino alla Trinacria (antico nome della Sicilia).

Ottenne la sottomissione, l’appoggio politico e l’impegno dei capi normanni a rispettare e sostenere con le armi i decreti sull’elezione dei futuri pontefici.

I regnanti si impegnarono a proteggere la Chiesa dalle interferenze dell’Impero di Germania nelle stesse elezioni, e a garantire che avvenissero secondo le norme del Concilio.

I sovrani inoltre giurarono su Dio e sul Vangelo che sarebbero stati alleati del Papa contro qualsiasi avversario.

Promisero, altresì, di non avanzare in guerra senza l’autorizzazione del Capo della Chiesa.

La firma del Trattato costituì un primo grande passo per la storia della città di Melfi.

Seguirono il primo “Concilio di Melfi” e il successivo Concordato, con il quale si rendevano effettive tutte le stipule sottoscritte nella giornata odierna.

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