A Melfi nella Chiesa di Santa Maria le panedduzze
A Melfi la solennità dell’Immacolata è indissolubilmente legata alla tradizione delle “panedduzze“.
Le panedduzze sono piccoli pani azzimi consumati dai fedeli cristiani. I contadini sono soliti spargere questi piccoli pani nei campi dove si è da poco effettuata la semina.
Con questa consuetudine si invoca la protezione divina attraverso l’intercessione di Maria SS. Immacolata.
Gli storici locali dichiarano che tale uso sia stato introdotto a Melfi dagli albanesi, presso i quali il pane azzimo è simbolo di ospitalità.
Nel 1500 a Melfi vivevano una trentina di famiglie Albanesi: proprio in questo periodo l’abate Giorgio Lapazzaia edificò la chiesa di Santa Maria ad Nives.
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(di origini albanesi) durante il suo secondo soggiorno nella città federiciana,
Per la grande presenza di albanesi (rimarranno in città fino al 1597) la solenne liturgia che si celebrava era quella del rito bizantino dell’Antidhoron.
Il rito prevede la distribuzione del pane azzimo benedetto, che non si serve per l’eucarestia.
Quando gli albanesi si trasferirono a Barile, nella Chiesa di Santa Maria cominciarono a riunirsi a tutti gli abitanti della zona. Nel corso del 1600 poi, nacque la Confraternita di Santa Maria ad Nives.
La Confraternita ebbe sempre una particolare devozione per l’Immacolata. Nel 1777, rivolgendosi al Re di Napoli, affermò di voler “solennizzare la festa all’8 di Dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione”.
In un verbale del 21 Novembre 1902 si apprende l’autentico significato e la modalità con cui tale festività era vissuta dal popolo melfitano.
La confraternita incaricava un gruppo di confratelli ad effettuare una questua nel paese. Il grano offerto dai devoti (di solito 4-5 quintali) era poi macinato e panificato.
A Melfi nella Chiesa di Santa Maria le panedduzze
Il giorno dell’Immacolata, alla messa dell’aurora (verso le ore 04:30 del mattino), il pane era posto in capienti ceste ai piedi dell’altare. Al di sopra troneggiava, tra uno sfolgorio di lumi, la statua della Madonna.
Così, questo pane semplice, perchè privo di lievito e che nel libro della Bibbia è sinonimo di peccato, da molto tempo è accostato alla figura di Maria concepita senza peccato.
E’ diventato, allo stesso tempo, atto di devozione alla Madonna e segno tangibile di ringraziamento per i frutti della terra, che si conclude con la preghiera e l’affidamento per la futura annata agricola.
(Estratto dall’archivio della Confraternita di Santa Maria ad Nives)
Come da tradizione secolare, a Melfi, nel giorno dell’Immacolata, c’è stata la benedizione delle panedduzze durante le celebrazioni eucaristiche.
Di seguito alcune foto della messa delle ore 11:00, officiata da Padre Raffaele Ricciardi, presso la Chiesa del Carmine.
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